I nove ettari di vigneti di Villa Dora, e quattro di oliveto, sono tutti racchiusi tra le mura aziendali e coltivati in regime biologico certificato dal CCPB di Bologna: da qui Villa Dora ha iniziato il suo percorso.
Tutti i terreni su cui oggi si concentra la produzione aziendale sono stati ricavati tramite livellamento, utilizzando dinamite autorizzata, per rendere idonea alla coltivazione la “schiuma di lava” mista a lapilli, ovvero l’insieme di rocce laviche derivanti dal susseguirsi delle eruzioni.
I vigneti sono terrazzati su 3 livelli, tutti esposti a sud-ovest con un’altitudine di 250-300 mt SLM, in un ambiente soleggiato e sempre ventilato, perfetto per la coltivazione della vigna.
Tutti gli impianti, la maggior parte dei quali a “pergola vesuviana”, sono mantenuti nel massimo rispetto dell’ambiente circostante e sono circondate da fiori e piante di ogni genere, tutte autoctone e spontanee, che rendono l’azienda un vero gioiello di bio-diversità.
Sono coltivati: Piedirosso, Aglianico, Caprettone e Falanghina, varietà antichissime tradizionalmente utilizzate per la produzione del Lacryma Christi del Vesuvio, il cui adattamento alle condizioni pedo-climatiche della zona è garantito da millenni di permanenza e di coltivazione.
Il territorio su cui coltiva Villa Dora, in virtù delle sue particolarità pedologiche, può essere di buon grado definito estremo ed in quanto tale, essere discriminante unico che marchia i vini, irrimediabilmente figli del Vesuvio.
Così come in cantina, anche in vigna: progresso ed innovazione al servizio della tradizione.